Giovedì 20 marzo 2014, dalle ore 14:30 alle 17:30
Casa dello Studente. Via Comitato per l’Università Friulana, Gemona del Friuli (UD)
La logica del doping guarda al fenomeno sportivo esclusivamente in termini di performance e afferma, come Al Pacino in “Ogni maledetta domenica”, che «vincere non è la cosa più importante, è l’unica cosa che conta».
Il massimo risultato possibile sembrerebbe dunque il solo fine nel mirino dell’atleta, e tutto ciò che consente di conseguirlo è salutato con favore. Del resto, si dice, si gioca per vincere. Coerentemente con tale premessa – e invocando la libertà di ciascuno di assumersi i “rischi d’impresa” tipici della propria professione – non mancano i fautori di una liberalizzazione del doping sportivo. Questo, si dice, renderebbe, da un lato, il fenomeno più controllato e sicuro e, dall’altro, non legittimerebbe le pratiche potenzianti, togliendo loro la patina dell’imbroglio. Se non c’è più una regola infranta, e uno è libero di doparsi o meno, dov’è il problema?
Per rispondere a questa domanda provocatoria, e ad altre ad essa collegate, Auxilia onlus e l’Istituto Jacques Maritain promuovono, in collaborazione con il corso di laurea in Scienze Motorie Università degli Studi di Udine una tavola rotonda dedicata al senso e ai valori della pratica sportiva.
Programma
Saluti Istituzionali
Massimiliano Fanni Canelles (Presidente di Auxilia onlus)
- Lo sport fa male alla salute?
Massimo Baraldo (farmacologo – Università di Udine) - Cosa c’è nella testa degli atleti?
Marcella Bounous (psicologa dello sport – IUSVE) - Liberalizzare il doping?
Luca Grion (filosofo morale – Università di Udine)
Modera
Pietro Enrico di Prampero (Università di Udine)
Referente
Luca Grion (luca.grion@uniud.it)
Locandina evento