Vite in cammino

Nodi&snodi

nella filigrana dei vizi capitali

 
 

«Otto in tutto sono i pensieri generici sotto cui si raccoglie ogni pensiero. Il primo è quello dell’ingordigia; dopo di esso viene quello della fornicazione; il terzo è quello dell’avarizia; il quarto quello della tristezza; il quinto quello dell’ira; il sesto quello dell’acedia; il settimo quello della vanagloria; l’ottavo quello della superbia. Che tutti questi pensieri turbino o non turbino l’anima non dipende da noi; ma che essi si attardino o non si attardino, che muovano o non muovano le passioni, questo sì dipende da noi».

 

Evagrio Pontico, Trattato pratico. Cento capitoli sulla vita spirituale, p. 79. Cap. 6

Gola, lussuria, avarizia

Rappresentano le problematiche che investono i legami primari ed irrinunciabili: quelli con il cibo, con l’identità sessuale e con la corporeità propria e altrui, con i beni. Si tratta dei legami che iniziano a strutturarsi fin dalla prima infanzia e che preparano alla vita di relazione. Quando i fili che interessano questi legami si annodano in modo scomposto può accadere che la persona si contragga, richiudendosi in forme di dipendenza che spengono la vita e compromettono le relazioni con gli altri.

Tristezza e ira

Rappresentano le problematiche che si affacciano a partire dalla stagione dell’adolescenza: alludono al rapporto con il tempo, con le attese, con i progetti di vita e – insieme – a quello con gli altri, impegnati a loro volta nella ricerca della propria strada. Quando non si sviluppano una capacità progettuale e una attitudine riflessiva ed introspettiva, capace di affrontare i conflitti interpersonali, l’esperienza assume tinte cupe e l’aggressività tende ad esprimersi in modo distruttivo.

Accidia

Rappresenta la transizione dell’età di mezzo ed esprime il senso di insoddisfazione con cui si misura chi ha già costruito molto nella vita ed avverte la necessità di un cambiamento. Quando mancano gli strumenti per decifrare e superare questa «crisi» può accadere di rivoltare infruttuosamente la propria storia o di consegnarsi al male oscuro della depressione. Oltre la crisi si aprono però le profondità della vita adulta e si può inaugurare un tempo di nuove scoperte, spesso inconsapevolmente preparate dalle esperienze delle stagioni precedenti.

Vanagloria

Rappresenta l’attaccamento all’immagine di sé ed ai ruoli (sociali, lavorativi, familiari…) che nel tempo scolpiscono il profilo di una persona. L’adulto maturo è quello che sa far posto ad altri, che sa congedarsi dai ruoli senza smarrirsi, che non teme il silenzio che ritorna quando la vita rallenta. La difficoltà di raccoglimento, l’eccessiva competitività, il timore dell’invecchiamento sono nodi che viceversa segnalano l’urgenza di “ritornare decisamente a se stessi” per ritrovare i sentieri di un cammino di profondità.

Superbia

Rappresenta un’attitudine esistenziale autoreferenziale, caratterizzata dalla centralità granitica dell’Io. Lungo tutta la vita adulta la persona incontra snodi che, se attraversati, consentono di ridimensionare le pretese dell’Io, di aprirsi alla relazione e di coltivare l’ospitalità interiore. Quando questi nodi non vengono sciolti, specialmente nella stagione più avanzata dei bilanci, può accadere di soffrire di un crescente isolamento interiore, non di rado venato di angoscia e di paura della morte. Il “fine vita” non è una sfida dell’età avanzata, ma piuttosto un nodo che mette alla prova la consistenza della vita tutta intera.