Edizione 2013

 

 

Discutere e condividere

 


 

Lunedì 17 giugno

 

Introduzione antropologica

Governarsi e governare. Virtù personali per il bene della città

 

relatore: Paolo Pagani (Università di Venezia) 

 

Il pensiero antico ha sempre riscontrato una analogia tra la capacità di governare se stessi e quella di governare una comunità. La persona matura si distingue per la capacità di condurre umanamente il proprio corso di vita, attraverso le inevitabili tensioni interiori sollecitate dalla complessità dell’esperienza. Allo stesso modo, l’uomo politico è chiamato ad essere buon timoniere dell’impresa comune ma anche sapiente moderatore degli inevitabili e fisiologici conflitti tra le parti. Ci sono così dei tratti di umanità adulta che non possono mancare nel politico e che preservano dalla distorsione le altre qualità più particolari richieste nel servizio al bene comune, quali la lucidità di analisi, la formazione specifica e la visione di futuro. C’è dunque un profilo umano che si fa risorsa per il bene della comunità, che esprime ad un tempo la virtù del cittadino e quella di chi si candida al governo, e costituisce il fondamento antropologico per un patto sociale capace di superare la logica degli interessi individuali contrapposti e rinforzare la democrazia.

 

 

Alla sera:tavola rotonda nella quale riprendere e rilanciare il tema della giornata in un dibattito pubblico animato, oltre che dal relatore, Paolo Pagani, da un secondo ospite: Giovanni Grandi (Università di Padova).

 

 

Martedi 18 giugno

 

Affettività 

Aggressività e riconciliazione. Il valore politico dell’equilibrio affettivo

 

Relatore: Franco Vaccari (psicologo e Presidente dell'Associazione Rondine Cittadella della Pace)

 

 Le relazioni affettive sono il principale ambito in cui la persona sperimenta la bellezza dei legami e la sofferenza dovuta al loro deterioramento o alla loro rottura. La stabilità delle relazioni significative è spesso la buona risorsa che consente di affrontare le fatiche che si presentano nei diversi ambiti di vita. Anche la capacità di ricostruire un rapporto, di elaborare un litigio, di ridarsi reciprocamente fiducia per un nuovo inizio è essenziale specialmente nella vita adulta. Tuttavia non di rado si osservano prevalere nelle relazioni critiche forme diverse di aggressività, che rendono difficile l’ascolto reciproco e trasformano i luoghi della quotidianità in luoghi di forte conflitto. Quali sono le radici della fatica relazionale e quali i percorsi per alleviarla? Quanto pesa la maturità affettiva nel profilo globale di una persona? In che modo l’equilibrio affettivo rappresenta un tassello fondamentale nell’impegno politico?

 

 

Alla sera:tavola rotonda nella quale riprendere e rilanciare il tema della giornata in un dibattito pubblico animato, oltre che dal relatore, Franco Vaccari, da un secondo ospite: Carla Canullo (Università di Macerata).

 

 

 

Mercoledì 19 giugno 

 

Ritmi e tempi

Impegno e congedo. Il valore politico della libertà interiore

 

Relatore: Luigi Alici (Università di Macerata)

 

Il ritmo incalzante della società contemporanea spesso fa perdere di vista lo scorrere delle stagioni della vita. Si afferma talvolta una visione dell’umano tesa al raggiungimento di risultati sempre più significativi, suggerendo una logica di vita segnata dall’accumulo di beni, risorse, ruoli e potere, quasi che queste siano le condizioni per la libertà. Nel quadro di questa logica la persona vive non di rado la difficoltà a slegarsi dai propri investimenti, a spogliarsi delle risorse accumulate, a svestirsi dei ruoli ricoperti quasi che in tutte queste realtà risiedessero parti essenziali della sua stessa identità. Eppure proprio la capacità di lasciare e di passare il testimone sono il segno di una personalità non alienata e capace di vivere la libertà pur nei legami. Quali sono le forme contemporanee degli attaccamenti che tolgono la libertà? Perchè talvolta è così difficile lasciare i progetti che si sono avviati? Cosa significa la libertà interiore nell'impegno politico?

 

 

Alla sera:tavola rotonda nella quale riprendere e rilanciare il tema della giornata in un dibattito pubblico animato, oltre che dal relatore, Luigi Alici, da un secondo ospite: Laura Boella (Università Statale di Milano).

 

Giovedì 20 giugno

 

Fragilità

Successo e fallimento. Il valore politico dell’umiltà

 

Relatore: Luca Grion (Università di Udine)

 

La persona adulta è sempre alla ricerca di un modo rappacificato di convivere con le proprie fragilità, di cui nel tempo ha preso coscienza. Tuttavia l’esaltazione sociale della riuscita e del successo rischiano talvolta di idealizzare la condizione umana, al punto da ritenere inammissibile o quantomeno inconfessabile l’errore e il fallimento. L’antica virtù dell’umiltà viene così soffocata dal timore dell’esclusione e dell’emarginazione e si indebolisce progressivamente la capacità di assunzione di responsabilità. Eppure proprio la capacità di includere sbagli e fallimenti in un percorso di vita è la via per guadagnare a se stessi una vita intessuta di senso e perciò capace di ripensamento e di conversione. Come coltivare oggi l’umiltà? Si tratta ancora di una virtù umana e sociale tra le più fondamentali? Qual è lo spazio dell’umiltà nell’impegno politico?

 

 

Alla sera:tavola rotonda nella quale riprendere e rilanciare il tema della giornata in un dibattito pubblico animato, oltre che dal relatore, Luca Grion, da un secondo ospite: Sergio Belardinelli (Università di Bologna).

 

 

Venerdì 21 giugno

 

Tradizione

Pluralismo e identità. Il valore politico della mediazione

 

Relatore: Fabio Macioce (Università LUMSA di Roma)

 

Quantomeno la società contemporanea occidentale è oggi caratterizzata dalla compresenza di diverse eredità e identità religiose e culturali. L’idea di “bene comune” insiste sulla possibilità di realizzare la convivenza pacifica in forza di obiettivi umanamente buoni e condivisi più che sulla base di una provenienza comune ed uniforme. Nella dimensione personale gli uomini sperimentano spesso che la possibilità di un’intesa si radica anzitutto nello sforzo di intendere al meglio le ragioni e le preoccupazioni dell’altro, confermando che il cammino della pace si distende nei piccoli passi compiuti procedendo insieme e nella medesima direzione. La mediazione di cui si sostanziano i piccoli passi non va naturalmente confusa con il compromesso, ovvero con la negoziazione di reciproche concessioni in assenza di un disegno e di finalità condivise. Come nell’incontro tra persone, anche nell’incontro tra identità e culture – sempre animate da uomini e donne – la questione di un bene condiviso da costruire insieme è cruciale. Quando accade che la mediazione si riduca a compromesso? Quali sono gli elementi essenziali per la reciproca accoglienza e comprensione tra le persone? In che senso la mediazione è una prassi irrinunciabile nell’impegno politico?

 

Alla sera:tavola rotonda nella quale riprendere e rilanciare il tema della giornata in un dibattito pubblico animato, oltre che dal relatore, Fabio Macioce, da un secondo ospite: Marco Olivetti (Università di Foggia).