Doping sportivo: solo un problema di regole?

La logica del doping guarda al fenomeno sportivo esclusivamente in termini di performance e afferma, come Al Pacino in Ogni maledetta domenica, che «vincere non è la cosa più importante, è l’unica cosa che conta». Il massimo risultato possibile sembrerebbe dunque il solo fine nel mirino dell’atleta, e tutto ciò che consente di conseguirlo è salutato con favore. Del resto, si dice, si gioca per vincere.Coerentemente con tale premessa – e invocando la libertà di ciascuno di assumersi i “rischi d’impresa” tipici della propria professione – non mancano i fautori di una liberalizzazione del doping sportivo. Questo, si dice, renderebbe, da un lato, il fenomeno più controllato e sicuro e, dall’altro, non legittimerebbe le pratiche potenzianti, togliendo loro la patina dell’imbroglio. Se non c’è più una regola infranta, e uno è libero di doparsi o meno, dov’è il problema? Per rispondere a questa domanda provocatoria, e ad altre ad essa collegate, Auxilia onlus e l’Istituto Jacques Maritain promuovono, in collaborazione con il corso di laurea in Scienze Motorie dell’Università di Udine, una tavola rotonda dedicata al senso e ai valori della pratica sportiva.
PROGRAMMA
Moderatore:
Pietro Enrico di Prampero (Università di Udine)
Saluti Istituzionali
Massimiliano Fanni Canelles (Presidente di Auxilia onlus)
1) Lo sport fa male alla salute?
Massimo Baraldo (farmacologo – Università di Udine)
2) Cosa c’è nella testa degli atleti?
Marcella Bounous (psicologa dello sport - IUSVE)
3) Liberalizzare il doping?
Luca Grion (filosofo morale – Università di Udine)
Data e ora
giovedì 20 marzo 2014, dalle 14:30 alle 17:30
Sede
Casa dello Studente.
Via Comitato per l’Università Friulana, Gemona del Friuli (UD)
Referente
Luca Grion (luca.grion@uniud.it)