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E tu mi hai conosciuto nella tua tenerezza
Raïssa Maritain: poesia e contemplazione
di Nora Possenti Ghiglia
«La contemplazione è spesso il tesoro di persone nascoste al mondo – conosciute solo da qualcuno – dai loro direttori, da qualche amico. Talvolta, in un certo modo, quel tesoro è nascosto alle anime stesse che lo possiedono, che ne vivono in tutta semplicità, senza visioni, senza miracoli, ma con un tale fuoco di amore per Dio e il prossimo che il bene si fa intorno a loro senza clamore e senza agitazione. [...] Il grande bisogno del nostro tempo, per quel che riguarda la vita spirituale, è di mettere la contemplazione sulle strade». Raïssa Maritain

Noi tecno-umani
Pandemia, tecnologie, comunità
a cura di L. Sandonà e F. Zaccaron
La pervasività della dimensione tecnologica nelle vite di tutti noi – assieme alle opportunità a essa connesse – rappresenta una novità del tempo presente che interroga la riflessione
antropologica. Tale domanda è ulteriormente radicalizzata dallo scenario pandemico che a diversi livelli ha modificato – e sta modificando – sia il nostro modo di essere comunità, sia il nostro
rapporto con le tecnologie. A partire dalla rivoluzione della machina sapiens, dai progetti di costruzione di un uomo nuovo nella prospettiva trans o postumanista, dalle innovazioni nell’ambito
delle scienze della vita e della salute, è possibile risalire ad alcuni elementi di cornice e di risposta: la rivoluzione Big data, la risposta sociale alle tecnologie e la responsabilità
correlata, i legami sempre più stretti tra unità tecnologica del mondo e paradigma economico-giuridico dominante, l’esigenza di luoghi specifici in cui discernere sempre nuovamente il senso
dell’umano, l’interrogazione sul futuro che ci attende e che nell’oggi pandemico affonda le sue radici.
A partire da queste dinamiche il presente numero monografico di “Anthropologica” cerca di descrivere alcuni elementi dell’era tecnologica in atto, riscoprendo elementi pedagogici e psicologici
per una rinnovata educazione e la prospettiva di un lessico rinnovato dall’era tecnologica nella comunicazione, nella politica e nella spiritualità.
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I doveri umani nel Terzo Millennio
Giovanni M. Flick
Trieste, 11 settembre 1991: ricevendo la Laurea "ad Honorem" in Medicina e Chirurgia all'Università degli Studi di Trieste, Rita Levi-Montalcini sollecitava la redazione di una "Magna Carta dei Doveri", che vedrà la luce nel 1993 grazie al lavoro dell'International Council of Human Duties, costituito per impulso della stessa Premio Nobel.
Trieste, 2020: la città è Capitale europea della Scienza in occasione dell'Euroscience Open Forum, confermandosi come luogo di eccellenza per la Ricerca.
La Jacques Maritain Lecture 2020 si inserisce in questo contesto geografico e storico ospitando la voce autorevole di Giovanni Maria Flick, Presidente Emerito della Corte Costituzionale, che sollecita la riflessione accompagnando il lettore in quegli snodi del dettato della Costituzione Italiana che invitano a mantenere unito il "binomio essenziale di virtute e canoscenza (Divina Commedia, Inferno, XXVI, 119-120)".
Giovanni Maria Flick, giurista, politico e accademico italiano, Ministro di grazia e giustizia del governo Prodi I e presidente della Corte costituzionale dal 14 novembre 2008 al 18 febbraio 2009.

Etica, economia e politica in dialogo
a cura di F. Mazzocchio – G. Notarstefano
La pandemia che abbiamo vissuto lungo tutto il 2020 ha di fatto evidenziato i nervi scoperti di una smisurata crisi globale, ormai non solo ambientale ma economico-sociale, politica,
antropologica ed ecologica allo stesso tempo. La dominanza della logica finanziaria e speculativa ha condizionato fortemente la politica che rischia di abdicare al suo ruolo di elaborazione
prospettica e progettuale, di sguardo al futuro della vita comune.
In questo nuovo numero monografico di “Anthropologica” abbiamo voluto indagare non solo i nodi emergenti dall’odierno contesto economico, ma proviamo a rileggerli in chiave etica e politica,
riannodando i fili del dialogo tra discipline un tempo legate e oggi invece separate da irragionevoli, quanto dogmatici principi autoreferenziali. Andare oltre l’homo oeconomicus non può
essere solo un auspicio, ma può diventare un reale impegno in direzione della riscoperta dell’identità relazionale della persona, contro le forme di riduzione dell’umano ad individuale.
L’approccio utilizzato è stato volutamente multi e inter-disciplinare; una lettura su più piani crediamo possa risponde meglio alle provocazioni offerte dai cambiamenti e dal progresso
tecnologico delle società avanzate. Un metodo di lavoro che vorremmo possa diventare un permanente colloquio tra quei saperi che oggi, a vario titolo, concorrono alla comprensione della casa
comune e del cammino futuro dell’uomo.
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Per una visione integrale della persona
a cura di Luca Alici e Silvia Pierosara
Tra inediti matrimoni con se stessi e recenti successi di Sex education, viviamo un’epoca di grande affaticamento dell’amore e ostentato protagonismo del sesso. Il “per sempre” spaventa, il sesso garantisce il “solo per ora”. Dal “travaglio”, attraverso il quale ogni relazione d’amore cresce, vogliamo immunizzarci, mentre al piacere dei corpi siamo disposti a consacrarci.
In molti sanno sempre più di sesso, pochi condividono una domanda di senso. Così sulla scena del mondo resta una oscena visibilità del sesso, che spinge in un angolo buio la questione dell’amore.
Questo numero di Anthropologica intende ripartire proprio dalla sessualità, per provare a toglierla dall’insignificanza nella quale è caduta, che va a braccetto con la sua pervasività. Filo rosso è la lettura della sessualità come un “intensivo” della relazione: non ciò che si esaurisce nell’incontro dei corpi, ma si decifra nel legame con un’ulteriorità che la orienta, ne rende ragione. Tra desiderio e relazione, bene per sé e bene per l’altro, la dimensione della sessualità convoca tre dimensioni decisive della relazionalità umana – interior, exterior, superior – e ne ribadisce l’essenzialità per ripensare in maniera integrale anche questa esperienza dell’umano.
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Lo spirito della nazione
Lettere dalla Venezia Giulia
a Giuseppe Lombardo-Radice
di Andrea Dessardo
Giuseppe Lombardo-Radice (1879-1938) è uno dei massimi protagonisti della pedagogia italiana del Novecento, al rinnovamento della quale contribuì con opere di larga diffusione come le Lezioni di didattica e ricordi di esperienza magistrale (1913) e con riviste battagliere quali furono «Nuovi doveri», «Rassegna di pedagogia e politica scolastica», «L’Educazione nazionale». Giovanni Gentile lo volle a capo della direzione generale dell’istruzione elementare negli anni della riforma scolastica.
Questo volume, presentando un’ampia raccolta di documenti inediti custoditi presso l’archivio del Museo storico della didattica «Mauro Laeng» di Roma, si concentra sull’impegno di Lombardo- Radice per far conoscere le sue proposte pedagogiche anche nelle province di lingua italiana soggette all’Austria, coltivando una fitta rete di corrispondenze con i docenti di Trieste e dell’Istria, i quali influenzarono alcune sue posizioni a proposito della necessità d’infondere alla scuola uno spirito più decisamente nazionale, poi confermate durante la partecipazione diretta alla Grande Guerra. Particolare spazio è riservato alle lettere che gli scrisse il poeta Biagio Marin (1891-1985), tra il 1919 e il 1921 professore di letteratura italiana e pedagogia all’istituto magistrale di Gorizia.
Andrea Dessardo è ricercatore in Storia della pedagogia all’Università Europea di Roma. Tra le sue monografie: Le ultime trincee. Politica e vita scolastica a Trento e Trieste (1918-1923), La Scuola, Brescia 2015 e «Vita Nuova» 1945-1965. Trieste nelle pagine del settimanale diocesano, IRSML FVG, Trieste 2010.

Riparazione o radicalizzazione?
Abitare il conflitto in una prospettiva generativa
a cura di Giovanni Grandi
Il conflitto rappresenta un’esperienza ineliminabile nelle relazioni interpersonali e sociali, aperta a esiti molto diversi: dai contrasti possono sorgere nuovi assetti, nuove forme inclusive di cooperazione ma possono derivare anche maggiori lacerazioni, aumento delle distanze e dell’ostilità, persino escalation violente. Contrastare la radicalizzazione delle parti in conflitto significa attivare percorsi di incontro e di mediazione, in grado di accompagnare un’evoluzione generativa del confliggere o, dove il caso, di riparare ciò che è stato infranto.
Il volume esplora a tutto campo il “paradigma riparativo”, discutendone i presupposti antropologici e morali e sondando esperienze e pratiche che lo declinano in diversi ambiti, dai percorsi di giustizia agli interventi terapeutici, dalle iniziative educative alle relazioni internazionali e ai contesti di lavoro.
CONTRIBUTI DI:
Luca Alici, Luigi Vittorio Berlini, Guido Bertagna, Fiorenzo De Molli, Gabriele Gabrielli, Giovanni Grandi, Simone Grigoletto, Silvia Landra, Chiara Maggiore, Alberto Pellai, Francesca Simeoni, Francesco Stoppa, Giorgio Tintino, Gian Piero Turchi, Franco Vaccari, Bernardo Venturi.

La riflessione bioetica di Pio
XII
di Stefano Mentil
La bioetica è senza dubbio una disciplina “giovane”, eppure è già possibile – ed anzi opportuno – ricostruirne non solo la storia, ma altresì quella che potremmo a buon diritto definire la “preistoria”, ovvero i contribuiti anteriori agli anni ’70. In quest’ottica gli interventi svolti da papa Pacelli durante gli anni del suo pontificato (1939-1958) risultano particolarmente significativi ed una loro ricostruzione analitica consente di mettere a fuoco alcuni problemi classici del dibattito bioetico: dalle questioni generali dell’antropologia medica alle problematiche legate alla vita nascente (procreazione, contraccezione, metodi di regolazione delle nascite, aborto, sterilizzazione, fecondazione e inseminazione artificiali), dalle questioni bioetiche “durante la vita” (parto naturale e indolore, ricerca medica e sperimentazione sull’uomo, psichiatria e psicologia, genetica ed eugenetica, amputazioni e trapianti, chirurgia estetica, analgesia) alle problematiche legate al ne vita (rianimazione e eutanasia).
STEFANO MENTIL è laureato in Scienze storiche e filosofiche all’Università degli Studi di Udine. Da anni collabora con l’Istituto Jacques Maritain ed è segretario di redazione di “Anthropologica. Annuario di studi filosofici”. In precedenza ha collaborato con il Comitato etico dell’Ospedale di Udine. Nel 2016 ha vinto la terza edizione di “PreGio – La bioetica per i giovani”, indetto dalla Consulta di Bioetica Onlus.

Persona e comunità
L'eredità di Mounier, il dialogo tra le generazioni
a cura di L. Grion
«Quella di Emmanuel Mounier fu una vita di ricerca e di lotta, di fede e di impegno, costantemente alla ricerca di una sintesi coerente tra azione e valori. Una vita che seppe ispirare quanti condividevano la sua stessa sete di verità e di giustizia.
Ancor oggi, a distanza di tanti anni dalla morte, la forza delle sue idee non sembra patire l’usura del tempo. Riaffermare la centralità della persona, rompere le catene di un individualismo egoista per gustare il sapore dell’autentica vita comunitaria, rivendicare il primato del lavoro sul capitale, evitare la dittatura dei tecnocrati: sono solo rapidi cenni ad un pensiero ricco di suggestioni e di provocazioni. Vale dunque la pena di valorizzare il pensiero di Mounier quale risorsa per meglio affrontare le sfide del tempo presente».
Autori: Luca Alici, Franco Bentivogli, Giovanni Grandi, Luca Grion, Franco Miano, Savino Pezzotta
Con un saggio di Emmanuel Mounier

Cose o persone?
Sull'esser figli al tempo dell'eterologa
a cura di Luca Grion
La pratica della fecondazione eterologa interroga in profondità le coscienze dei singoli e rende urgente una seria riflessione pubblica. La posta in gioco è altissima: ne va del senso umano del nascere, del rapporto tra desiderio e diritto, della differenza tra cose e persone.
Affrontare in modo esaustivo una problematica così complessa richiede di mettere in dialogo diverse competenze disciplinari: dall’etica alla psicologia, dalla sociologia al diritto, dalla medicina alla teologia.
Il presente volume di “Anthropologica” intende offrire una ricognizione approfondita della questione, mettendo in primo piano la tutela di chi non ha parola».
CONTRIBUTI DI:
Maurizio Chiodi, Paolo Ferliga, Luca Grion, Stefano Mentil, Federico Nicoli, Marco Olivetti, Donatella Pagliacci, Laura Palazzani, Mario Picozzi, Massimo Reichlin, Luciano Sesta, Fabrizio Turoldo, Vittoria Vigano, Lorenza Violini.

Spiro Dalla Porta Xydias
Giovanni Grandi
L'aiuto rischioso
Colloqui su montagna
Primavera 2016: la Stazione di Trieste del Corpo Nazionale di Soccorso Alpino si appresta a festeggiare il ses- santesimo anniversario della sua costituzione. Il suo fondatore, Spiro Dalla Porta Xydias, ha da poco superato il traguardo dei 99 anni: nella sua vita montagna, riflessione e scrittura sono legate indissolubilmente.
Nasce così l’idea di celebrare la ricorrenza raccogliendo alcune conversazioni proprio con il primo Capostazione.
I ricordi diventano l’occasione per porre problemi, evidenziare dilemmi e confrontarsi su quanto i tempi siano cambiati e su come – in fondo – l’umanità non lo sia affatto.

L'arte dell'equilbrista
La pratica sportiva come allenamento del corpo e formazione del carattere
a cura di L. Grion
agonismo, amicizia, lealtà, sfida personale; ma anche imbroglio, doping, egoismo, narcisismo. Come un equilibrista, sempre esposto al rischio della caduta, l’atleta deve infatti dimostrarsi
capace di contemperare i molti valori che rendono gustosa la pratica sportiva, senza lasciarsi tentare dall’apparente semplicità di ricette troppo semplici.
Gli autori che si alternano la parola all’interno di questa riflessione corale condividono la persuasione che lo sport possa rappresentare, ad un tempo, una buona pratica di
vita e una metafora efficace per l’educazione alla vita buona.
Una possibilità niente affatto scontata, che per realizzarsi richiede consapevolezza, volontà e dedizione.

Giovanni
Grandi
Alter-nativi
Prospettive sul dialogo interiore a partire dalla "Moralis consideratio" di Tommaso
d'Aquino
Molto spesso la riflessione si sviluppa interiormente come un colloquio: nei tempi di silenzio ciascuno interagisce in se stesso con voci distinguibili tra loro, avvertibili come diverse dalla propria.
Questo colloquio nell’anima è sempre impegnativo: può essere liberante ma può anche diventare fonte di angoscia se si sviluppa in modo caotico, se non matura la capacità di riconoscere l’identità e l’adabilità dei parlanti che possono presentarsi interiormente.
A livello radicale sorge l’interrogativo se il colloquio interiore sia un autentico dialogo con un alter o non una messa in scena dell’Io, che – oltre a se stesso – semplicemente rappresenta altre voci, altri parlanti, comunque mai realmente presenti.
Lo studio esplora la possibilità di un dialogo interiore autentico e non semplicemente simulato, ritro- vando su questa linea interpretativa della vita interiore la proposta teorica di Tommaso d’Aquino. La sezione morale della Summa Theologiae – la moralis consideratio –, valorizzata nel suo disegno architettonico comples- sivo, incoraggia a concepirsi come alter-nativi, strutturati per incontrare l’alterità dentro se stessi.
Più oltre ancora, si presta ad essere riletta come una mappa, tracciata per orientarsi nell’introspezione e nel riconoscimento delle voci interiori che possono essere espressione di un alter affidabile e benefico, alleato della vita buona.

Gli ostacoli sulla via di un nuovo umanesimo
a cura di L. Grion

Biggeri U. - Grion L. - Osti G.
La fertilità del denaro
Finanza e responsabilità: un matrimonio impossibile?
(con un saggio di Jacques Maritain)
Il "tempo della crisi" -economico-finanziaria, ma altresì politico-sociale- non sembra essere una fase temporanea, destinata a passare e farsi dimenticare rapidamente. Essa non rappresenta una
"crisi di crescita", un momento di difficoltà che, come la febbre nei ragazzi, prelude ad un nuovo repentino sviluppo. Ciò in cui siamo immersi sembra, piuttosto, una "crisi della maturità",
ovvero una crisi di senso. Crisi che investe la nostra capacità di essere comunità e che ci interroga sul valore della convivenza civile.
Prendendo le mosse da un provocatorio saggio che Jacques Maritain dedica all'ipotesi di Una società senza denaro, il volume intende esplorare la possibilità di scorgere nella direzione di un'economia di mercato che vada oltre il capitalismo iper-finanziario e che si dimostri capace di promuovere un rinnovato senso di comunità.

Identità tradotte
Senso e possibilità di un ethos europeo
a cura di C. Canullo e L. Grion
Riflettere sull’ethos europeo non significa volgersi con nostalgia al passato; significa piuttosto cercare di capire il presente, coi suoi problemi e le sue contraddizioni. Significa cogliere il valore di una tradizione che chiede d’essere raccolta e vivificata. Significa, soprattutto, saper trovare nelle proprie radici la linfa necessaria per un rinnovato slancio verso il futuro, capace di immaginare l’Europa che sarà e che vorremmo.

Gorazd Kocijančič
La Sapienza Trasmessa
Introduzione a una filosofia cristiana
La Sapienza Trasmessa si propone come un’introduzione alla fillosofia cristiana attraverso la speciale mediazione di Autori di ogni epoca (tra gli altri Evagrio Pontico, Dionigi l’Areopagita, Erasmo da Rotterdam), con ciascuno dei quali Kocijančič dialoga, tessendo una relazione personale che sa introdurre il lettore alle verità preziose della tradizione cristiana.
Riflessione filosofica, intensa poesia e profondità spirituale caratterizzano il linguaggio di Kocijančič, in un crescendo che si ispira e attinge all’esperienza della Sapienza, intesa come realtà viva e presente.
Una lettura affascinante, che pagina dopo pagina sa accompagnare verso le profondità del mistero che affiora dal discorrere filosofico.

Francesca Giglio
Human Enhancement
Status quaestionis, implicazioni etiche e dignità della
persona
La scienza medica contemporanea va travalicando il suo tradizionale scopo di ripristino e cura della salute in virtù di una promessa di benessere e miglioramento delle vite
individuali.
Ciò accade a partire da un doppio movimento: un allargamento della nozione di salute che ingloba sempre di più preferenze soggettive e standard di perfezione detati dalla cultura del progresso e della fitness, e una riduzione delle nozioni di felicità e compimento personale a quella di benessere.
Se la risposta tecnologica sia adeguata alla domanda di perfezione che interroga ciascuno di noi è il quesito che deve guidare l'indagine antropologica ed etica intorno al progetto di potenziamento - enhancement - dell'essere umano.